Pensioni: l’Inps chiede la restituzione di una parte dell’assegno

Previdenza - 7 Ott 2019

Ultime novità pensioni: in questi giorni l’Inps sta inviando delle lettere molto importanti ad alcuni pensionati, chiedendo loro la restituzione di una parte dell’assegno riconosciuto nei mesi scorsi.

Questa lettera segue a quanto successo nei mesi scorsi quando l’Inps ha abbassato gli importi di alcune pensioni per effetto della nuova perequazione.

Ricordiamo, infatti, che la Legge di Bilancio 2019 ha modificato i parametri per la rivalutazione delle pensioni, prevedendo un trattamento di maggior sfavore per gli importi lordi della pensione superiori ai 1.522,00€, così da recuperare risorse per l’introduzione di Quota 100.

Questo nuovo meccanismo, però, è diventato operativo solamente da aprile 2019 e di conseguenza l’Inps ha pagato un importo di pensione più elevato nei primi mesi dell’anno. Per la maggior parte pensionati la riduzione della pensione e il conguaglio per la restituzione delle somme c’è stata nei mesi scorsi, tuttavia per alcuni la pensione ha continuato ad essere pagata secondo le precedenti regole.

L’Inps, quindi, ha continuato a pagare più di quanto avrebbe dovuto. L’Istituto, però, non si è dimenticato di questi soldi: come svelato da Repubblica, infatti, dagli uffici di Via Ciro il Grande sono partite migliaia di lettere contenenti un avviso molto importante per quei pensionati interessati dalla variazione del meccanismo di rivalutazione.

È stata la Repubblica a svelare il contenuto della lettera ricevuta da coloro che sono chiamati a restituire quanto ricevuto in più di pensione. Nel dettaglio, l’Inps informa l’interessato del fatto che tra il 1° gennaio e il 30 settembre 2019 è stata pagata una parte di pensione in eccesso (nell’esempio citato dal quotidiano si parla di 40,00€, ma l’importo varia a seconda della situazione) e che questa va restituita all’Inps entro la data del 18 ottobre 2019.

Al messaggio è poi allegato un bollettino MAV, con tutti gli estremi utili al pensionato per la restituzione delle somme dovute. Qualora questo non dovesse adempiere entro il 18 ottobre, l’Inps sarà tenuto per legge a recuperare il proprio credito chiedendo l’intervento dell’Agente di Riscossione.

C’è da dire che nella maggior parte dei casi non si tratta di somme particolarmente rilevanti; non per questo però va condannato il malcontento del pensionato, il quale si trova a restituire – tra l’altro facendosi carico degli 1,50€ di commissioni per il bollettino – una somma accreditata non per un suo errore, bensì per un ritardo dell’amministrazione che ha impiegato più tempo del previsto per attuare le nuove regole sulla rivalutazione.