Con la crisi, gli investimenti pubblici crollati del 35%

Mondo UCI, primo piano - 24 Ott 2017

Nel nostro Paese, dal 2005 al 2017, sono crollati gli investimenti pubblici. La contrazione è stata del 20%, ma rispetto al 2009, punta massima di crescita registrata prima della crisi, la riduzione è stata del 35%. Questi sono i dati non confortanti resi noti dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre, in una news del 14 ottobre scorso.
Negli ultimi 8 anni sono stati bruciati, in termini nominali, 18,6 miliardi di euro di investimenti.

“Gli investimenti pubblici – sottolinea il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – sono una componente del Pil poco rilevante in termini assoluti, ma fondamentale per la creazione di ricchezza. Se non miglioriamo la qualità e la quantità delle nostre infrastrutture materiali, immateriali e dei servizi pubblici, questo Paese è destinato al declino. Senza investimenti non si creano posti di lavoro stabili e duraturi in grado di migliorare la produttività del sistema e, conseguentemente, di far crescere il livello delle retribuzioni medie. Ricordo, altresì, che il crollo avvenuto in questi ultimi anni è stato dovuto alla crisi, ma anche ai vincoli sull’indebitamento netto che ci sono stati imposti da Bruxelles che, comunque, possiamo superare, se, come prevedono i trattati europei, ricorriamo alla golden rule. Ovvero alla possibilità che gli investimenti pubblici in conto capitale siano scorporati dal computo del deficit ai fini del rispetto del patto di stabilità fra gli stati membri”.

Fonte: Cgiamestre.com