In attesa del provvedimento per l’IMU sui terreni agricoli
primo piano, Rubrica Agricoltura - 10 Gen 2015
Il Tar del Lazio, a seguito di un ricorso presentato dalle associazioni dei comuni di Umbria, Veneto, Liguria e Abruzzo, ha deciso di sospendere gli effetti del Decreto ministeriale disposto dal Governo il 28 novembre 2014. Il Tar ha accolto il ricorso e ha fissato la camera di consiglio per il 21 gennaio 2015 per decidere sul futuro del provvedimento, che imponeva il pagamento dell’Imu sui terreni agricoli montani per Comuni al di sotto dei 600 metri di altitudine.
Per i giudici amministrativi l’imposta è irragionevole e incerta nei criteri applicativi. SI contesta, anzitutto, il meccanismo di fondo del decreto, che disciplina l’applicazione dell’IMU sui terreni ex montani sulla base dell’altitudine registrata dal “Municipio”, prescrivendo esenzione per i Comuni al di sopra dei 600 metri, per i coltivatori diretti ed imprenditori agricoli della casa comunale situata tra i 281 e 600 metri. Tale metodo secondo il TAR, «determina eccezionale e grave pregiudizio per l’assoluta incertezza dei criteri applicativi». In questo modo, sottolineano i Giudici, «può essere assoggettato a imposizione un terreno posto a più di 600 metri in agro di Comune posto notevolmente al di sotto di tale altezza», perché ovviamente i terreni agricoli possono essere anche parecchio lontani dalla piazza del Municipio.
Altro punto di contestazione è dato dal ritardo della presentazione del decreto pubblicato in «Gazzetta Ufficiale» solo il 6 dicembre, quando ormai «gli impegni finanziari da parte dei Comuni sono stati assunti con effetti gravi sul pareggio di bilancio tali da ingenerare, in alcuni casi, una procedura finalizzata alla declaratoria di dissesto, e, comunque, con pesanti conseguenze sulla erogazione dei servizi alla comunità di riferimento».