Pensioni Quota 41 con 62 anni: ecco il piano
Pensioni 2022 - 17 Nov 2022
La nuova Ministra del lavoro Calderone ha incontrato qualche giorno fa i rappresentanti delle organizzazioni maggiormente rappresentative CGIL CISL e UIL e di altre 26 sigle sindacali per un primo confronto sui temi della previdenza e del welfare sociale.
In particolare come noto, è urgente mettere in campo alcune modifiche all’attuale regime di pensione anticipata. Quota 102, in vigore sperimentalmente solo per il 2022, dopo i tre anni di Quota 101.
In assenza di proroga o di un nuovo strumento, infatti, dal 31 dicembre non ci sarà più la possibilità generalizzata di uscire a 64 anni con 38 anni di contributi, ma si tornerà drasticamente al limite ordinario di 67 anni previsto per la pensione di vecchiaia, oppure alle regole della pensione anticipata secondo la legge Fornero (che richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 e 10 mesi per le donne, senza limiti di età)
Riforma Pensioni 2023 ok al Quota 103
In tema specificamente di pensioni la Ministra aveva parlato della possibilità di:
Introduzione di Quota 41 come numero di anni di contributi richiesti
Conferma delle altre forme di flessibilità pensionistica anch’esse sperimentali e prorogate da anni ovvero, ad oggi Opzione Donna (riservata alle donne ma con calcolo interamente contributivo della
pensione) e APE sociale (con indennità mensile di un massimo di 500 euro da 63 anni per lavoratori
svantaggiati)
AGGIORNAMENTO 15 NOVEMBRE 2022
Sul tema ieri si è espresso il ministro delle Finanze GIORGETTI, responsabile finale della decisione sulle risorse da stanziare. Emerge che il Governo intende consentire le uscite anticipate generalizzate con 62 anni d’età e 41 di contribuzione per il solo 2023. La misura ha infatti un costo di circa un miliardo di euro, il massimo disponibile ora, grazie probabilmente al taglio al reddito di cittadinanza.
Non sono previsti incentivi sugli assegni pensionistici per coloro che avendo la possibilità restino al lavoro, ipotesi avanzata dallo stesso GIORGETTI in precedenza.
Il ministero dell’Economia deve infatti mettere in conto anche che il capitolo pensioni costerà comunque molto di più l’anno prossimo a causa della necessaria rivalutazione degli assegni previdenziali del 7,3%.
La Quota 41 a 61 anni di età invece costerebbe il doppio, mentre Quota 41 secca, senza limiti di età, non è ancora avvicinabile, ma resta l’obiettivo del partito del ministro GIORGETTI per una prossima riforma strutturale.
Il sottosegretario leghista DURIGON ha infatti affermato che questa nuova Quota 103 è “un intervento ponte in vista della riforma complessiva della previdenza con cui saranno messi a sistema con nuove soluzioni tutti gli strumenti di flessibilità”, concetto affermato anche dalla Ministra Calderone qualche giorno fa.
Politiche attive e RDC
Riguardo gli altri aspetti più specificamente legati all’assistenza invece la neoministra ha dichiarato la sua intenzione
di:
Potenziare le politiche attive del lavoro, a sostegno soprattutto di donne e giovani appunto e,
In tema di Reddito di cittadinanza, ha confermato quanto già affermato dal premier Meloni ovvero che chi
non può lavorare continuerà ad essere sostenuto mentrechi è nelle condizioni di lavorare, o che lo sarà attraverso percorsi di riqualificazione, deve trovare la giusta qualificazione. E questo è il pensiero e anche l’attività che andrà fatta.
Sempre in tema di RDC ha chiarito che i contratti dei Navigator non potranno essere ripristinati in quanto non esiste alcuna norma di legge in materia e nulla è allo studio in questo senso.
Fonte: Fisco e Tasse