Reddito di cittadinanza: al via i PUC (Progetti Utili alla Collettività

primo piano - 18 Gen 2020

Nella Gazzetta Ufficiale dell’8 gennaio 2020 è stato pubblicato il Decreto del Ministero del Lavoro del 22 ottobre 2019 in cui si stabilisce che i percettori del reddito di cittadinanza saranno tenuti a svolgere nel proprio Comune di residenza i progetti utili alla collettività (PUC).

I percettori dovranno dare la loro disponibilità, per almeno 8 ore settimanali e nell’ambito del Patto per il lavoro e del Patto per l’inclusione sociale, a svolgere attività lavorative non retribuite in diversi ambiti. Saranno gli stessi Comuni, secondo necessità specifiche, a gestire queste attività tramite l’avvio di progetti strettamente connessi ai bisogni e alle esigenze rilevate. I lavori verranno svolti in ambito culturale, sociale e ambientale, oltre che di tutela dei beni comuni. Quando un progetto viene approvato dal Comune si dovranno definire le tempistiche, le risorse da impiegare e le persone da coinvolgere. Il progetto può riguardare una nuova attività oppure un potenziamento di un’opera già iniziata.

Durante il periodo delle prestazioni sociali i beneficiari del reddito di cittadinanza dovranno comunque continuare la ricerca di lavoro avvalendosi dei Centri per l’impiego. Così come, anche quando sono alla ricerca di un impiego per il quale devono effettuare colloqui e prove, gli aventi diritto al sussidio sono tenuti a svolgere delle attività a beneficio della comunità, senza alcuna retribuzione. Nessun ruolo di responsabilità verrà attribuito ai percettori né questi potranno svolgere mansioni in sostituzione di personale dipendente del Comune.

In caso di inosservanza dell’obbligo da parte dei beneficiari si avrà la perdita del sussidio. Inoltre, nel decreto ministeriale sono elencate, per facilitare e in forma di esempio, tipologie di attività ammesse:

  • sostegno nell’organizzazione di manifestazioni pubbliche;
  • controllo e cura delle biblioteche comunali;
  • accompagnamento agli scuolabus degli studenti;
  • consegna della spesa in aiuto delle persone anziane;
  • organizzazione di mostre ed eventi in ambito culturale;
  • attività di supporto nella raccolta dei rifiuti e promozione e informazione in ambito di raccolta differenziata;
  • gestione del servizio di doposcuola in ambito formativo e scolastico;
  • manutenzione del verde pubblico, con particolare riguardo ai parchi giochi per bambini.

La normativa prevede che i beneficiari possano manifestare le proprie preferenze in merito alle prestazioni da effettuare. La prima regola in vigore è che la mancata adesione ai progetti comunali determina la decadenza dal sussidio. L’attività deve essere svolta per un minimo di 8 ore settimanali e un massimo di 16 ore alla settimana.

La programmazione delle otto ore settimanali può essere effettuata sia su uno o più giorni che per un certo periodo del mese; è essenziale che al termine del mese si copra il periodo minimo previsto. Per questo è prevista da parte del Comune l’istituzione di un registro con il quale vengono segnalate le presenze della persona e delle ore che, eventualmente, devono essere recuperate.

E’ bene precisare che non tutti coloro che beneficiano del reddito di cittadinanza sono obbligati a partecipare ai progetti di pubblica utilità. Infatti, alcune fasce di beneficiari del reddito di cittadinanza sono esonerate dal partecipare ai progetti di pubblica utilità:

  • persone occupate che percepiscono un reddito superiore a 8145 euro a titolo di lavoro dipendente e superiore a 4800 euro per lo svolgimento di un’attività autonoma;
  • coloro che beneficiano della pensione di cittadinanza;
  • persone che frequentano corsi di formazione o di studio;
  • membri di un nucleo familiare tenuti ad occuparsi di minori o di persone affette da disabilità grave o non autosufficienti;
  • persone che lavorano per oltre 20 ore alla settimana;
  • persone che non si trovano in condizioni idonee di salute.